CHI E' L'ARBORICOLTORE parte terza
Il tutoraggio
Sempre colui che seguirà il nuovo albero, e si spera che sia così, dovrà controllare i tutoraggi anche se non sono stati messi da lui stesso. Non è banale: anche in questo caso, se l’operazione non è corretta, il tutore anziché essere di utilità, si può trasformare in qualcosa di dannoso. Ci sono diversi tipi di tutoraggi per alberi ed ogni tipologia di pianta, per portamento, per dimensione o per specie, deve essere accompagnata da quello più idoneo. L’arboricoltore deve conoscere l’apparato radicale e come esso lavora nel terreno d’impianto sapientemente preparato. In base a tutto ciò dovrà decidere quando togliere il tutoraggio. Do per scontato che si sappia che la maggior parte dei tutoraggi devono essere dinamici per evitare indebolimenti del fusto dell’albero, come nella foto sotto.
Errato tutoraggio
La formazione del nuovo albero.
Facendo finta che l’arboricoltore provetto abbia gestito con perizia tutti i passaggi sopracitati, per lui è arrivato il momento di occuparsi della potatura di formazione. In rarissimi casi questo tipo di potatura si esegue al momento del trapianto (spessissimo lo si vede fare proprio per incompetenza). La chiamano potatura di alleggerimento, ma l’unica cosa che si alleggerisce è la quantità di ormoni dell’albero, riducendone la probabilità di attecchimento. La potatura di formazione comincia l’anno dopo rispetto a quello di impianto, quando già le radici hanno colonizzato la buca. E di solito non si raggiunge lo scopo con un solo intervento: ne seguiranno altri due a distanza di due anni l’uno dall’altro.
Parliamo di interventi sull’albero di pochi minuti che però consentiranno alla pianta di crescere senza difetti per tanti anni.
Sono pochissime le cose da controllare: le codominanze, le cortecce incluse (presenti o future), rami incrociati, la disomogenea ridistribuzione delle branche, rami rotti e sbucciati e poco altro.
Potatura di formazione in vivaio
L’arboricoltore parla con il cliente
Il nostro bravo e competente arboricoltore dovrà assolutamente rapportarsi col cliente, e a volte, anche parlare non è sufficiente. Facendone parte, conosco bene la categoria degli arboricoltori. Spesso, può mancare la dote della comunicazione.
Un bravo arboricoltore, oltre ad essere abile con la sua attrezzatura, deve essere in grado di comunicare nel modo corretto con l’interlocutore che si trova di fronte e saper spiegare le scelte tecniche che si accinge ad applicare, senza però annoiare o disturbare il cliente. È solo questione di prendersi la responsabilità della comunicazione.
Vero che non tutti possediamo la spigliatezza necessaria, pur avendo magari grandi abilità tecniche e tanta conoscenza dell’argomento. Basterebbe scrivere per risolvere questo problema. L’arboricoltore dovrebbe abituarsi a rilasciare piccole relazioni sul suo operato, anche perché non è detto che si possa ricordare di tutti i dettagli dei suoi interventi. Naturalmente, allegare qualche foto del prima e dopo è sempre gradito dal cliente ed utile.
Parlare prima, ci rende consapevoli di molte cose. Ad esempio, dovremmo capire che ruolo ha la pianta, che importanza ed eventualmente, che valore affettivo può avere per il cliente. Questo faciliterebbe molto il nostro intervento.
Quando l’albero non lo abbiamo mai visto prima
L’arboricoltore viene chiamato sempre troppo tardi. Nella maggior parte dei nostri giardini gli alberi vengono abbandonati a se stessi o vengono affidati ad incompetenti tuttofare. Quando la situazione diventa grave ci si rende conto che il giardino ha bisogno di un professionista. Ed ecco che entriamo in gioco noi.
Il professionista, se è tale, deve saper riconoscere e valutare tutti gli interventi fatti o non fatti fino a quel momento.
In quel frangente, bisogna stilare un piano d’azione valutando l’entità del primo intervento. Dopo di che seguirà un piano degli interventi successivi facendo una previsione sulla risposta della pianta. E qui il grado di professionalità si deve alzare ulteriormente. L’arboricoltore dovrà avere competenze e attrezzature necessarie per intervenire. Dire di no a volte fa fare bella figura!
Non sempre le richieste del cliente sono in linea con la botanica. A volte rimandare o addirittura non fare l’intervento per il rispetto della botanica dell’albero è la scelta giusta. Quindi, la decisione finale deve sempre essere affidata all’arboricoltore; l’unica cosa che deve decidere il cliente è se chiamare o no il professionista.
Per soddisfare ogni tua curiosità: