Le potenzialità estetiche delle essenze aromatiche.
Di erbe aromatiche e officinali si parla fin dai tempi più antichi.
Il vero e proprio boom risale al periodo medievale, con la loro diffusione sempre più capillare negli orti degli antichi monasteri e, in seguito, nei giardini nobiliari.
La loro fortuna ha molteplici ragioni.
La più importante: le aromatiche e le officinali hanno rappresentato per secoli l’unico modo per curarsi.
E, proprio per questo, il prezioso vivaio era spesso coltivato segretamente, occultato allo sguardo, cinto da limiti invalicabili per i malintenzionati o gli animali.
Queste profumatissime piante, con l’evoluzione della farmacologia, hanno conquistato un ruolo sempre più estetico.
A cominciare dalle potenzialità ornamentali.
Analizzando l’uso delle aromatiche per questo scopo, il pensiero corre subito ai giardini mediterranei o ai giardini rocciosi. Un giardino mediterraneo si può disegnare da nord a sud della nostra bell’Italia, escludendo l’arco alpino, dove però trovano facile collocazione i giardini rocciosi.
Entrambi i giardini possono essere realizzati a ridosso di rustici, di zone collinari e montane, in un liberty in pianura, adiacenti ad una masseria, nonché in dimore moderne architetturalmente adatte ad ospitare questo tipo di stile.
Escluderei le case coloniche e le coloniali ma solo se site in pianura.
Insomma: quasi ovunque possiamo trovare la “scusa” per realizzare un’emozionante composizione di piante aromatiche abbinate alle più svariate rocce naturali o pietre lavorate di recupero.
Provate a immaginare un muro a secco costruito per contenere un esemplare d’ulivo.
Ora pensate allo stesso muro con degli anfratti dal quale fuoriescono dei capperi in fiore (se non mangiate i capperi, che altro non sono che i boccioli, vi ritroverete bellissimi fiori piumati).
Oppure immaginate la monocromia dello stesso muro interrotta da un verdissimo rosmarino prostrato.
Pensate anche a un semplicissimo timo in fiore che ricopre una pacciamatura in ghiaino naturale.
Particolarmente “ruffiana” è una composizione di lavande, santoline e salvie ai piedi di un grosso cipresso nero. O una melissa e un gruppo di ruta addossati a un tasso topiato a piramide.
Immaginate anche un vigoroso arbusto di erba luigia piantumato contro il muro bel basso servizio proprio sotto al vecchio fico.
Insomma: le aromatiche sono essenze che si lasciano usare ovunque e per di più sono molto economiche.
Le aromatiche nel giardino a corte
Il giardino a corte, probabilmente il più diffuso fra chi possiede una
casa antica, è quello che asseconda maggiormente la storia ornamentale delle aromatiche.
Come accennavamo in apertura, le testimonianze più appetibili di progettazione di giardino con officinali risalgono al medioevo (quindi
Hortus conclusus, giardino dei semplici ecc…). Per corte intendiamo
– oggi come allora – sia un giardino chiuso da quattro mura (un chiostro), sia un giardino dove i quattro perimetri sono diversi tra loro: un lato a muro e tre lati con siepe, oppure due lati a muro e due lati con staccionata (ma le combinazioni sono molte).
Solitamente il quadrilatero è a sua volta diviso simmetricamente in
quattro aiuole.
Le due assi di simmetria diventano i camminatoi (in ghiaino o in pietra di recupero).
Centralmente si disegna una “corticella”, formata spesso da una fontana o da un insieme di sedute.
Le quattro aiuole di risulta si delimiteranno con diversi materiali (ad esempio con vecchi mattoni posati a lisca di pesce).
All’interno della aiuole disporremo aromatiche, fiorifere da recidere e piccoli frutti minori.
Molti sono i comportamenti botanici delle officinali e aromatiche.
Alcune sono perenni, altre stagionali, come l’erba cipollina e alcune
varietà di menta.
Altre, invece, diventano persistenti solo nelle zone più temperate: melissa, origano, maggiorana ecc…
Le più legnose invece persistono resistendo anche a climi più rigidi,
come la lavanda, il rosmarino e l’alloro.
Altre ancora diventano annuali al nord, come la camomilla, il tarassaco, la portulaca, il papavero (non pensate male) e il basilico.
Per nominare delle perenni meno arbustive, passiamo al cappero, al timo, alla ruta, all’altea,alla santolina ecc…
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