Restituire al giardino ciò che gli spetta.
Si parla tanto di concimazione organica e di concimazione minerale. Vediamo in effetti cosa si intende per pratica di nutrizione del verde.
A prescindere dal fatto che parlare di nutrizione intendendo la somministrazione di Sali minerali, sia per via radicale che per via fogliare, non è propriamente corretto: i vegetali si nutrono di zuccheri, i quali vengono prodotti nelle foglie ed in tutte le parti dove vi è clorofilla (la parte erbacea delle piante), tramite la fotosintesi clorofilliana. Quindi, i Sali minerali, in ogni forma che si conosca, a cosa servono? Semplicemente, servono a rendere possibile questo “magico” processo chimico che è la fotosintesi. Senza il supporto salino, tutti i processi vitali di un vegetale, non sarebbero possibili. Da qui si capisce che il nostro giardino non può fare a meno di un corretto piano di concimazione. Detto ciò verrebbe da chiedersi: <ma come? In natura nessuno provvede a concimare i boschi e le foreste! Eppure le piante naturali sono belle e rigogliose, a volte più che nei giardini curati>. Questa affermazione è corretta, come è corretto dire che la natura provvede da sola al proprio sostentamento. In una foresta, tutto viene lasciato a terra e il materiale organico decomponendosi, provvede a restituire alle piante parte dei Sali di cui necessitano. Gli altri elementi nutritivi che non vengono prodotti con materiale organico, li troviamo già nel terreno, spesso in quantità sufficiente alla vegetazione. In altri casi, l’erosione morenica, così come una tracimazione di un corso d’acqua, sono ottimi veicoli per un supporto nutritivo occasionale. Non dimentichiamo il regno animale: con i propri escrementi che puntualmente si degradano, si chiude un cerchio importantissimo che serve alla vita vegetale.
Le radici, oltre ad ancorare a terra le piante, hanno il compito di assorbire gli elementi utili alla nutrizione. Attenzione però: le radici non hanno la capacità di scindere i Sali minerali. Infatti loro assorbono acqua che è intrisa di sostanze. Quindi, in fase di concimazione, sarà il giardiniere esperto a sapere che tipo di miscela salina somministrare al giardino. In fase di messa a dimora delle piante o di semina del manto erboso, il nostro concime sarà sbilanciato in favore del fosforo. Precedentemente ai periodi di stress termico, lo sbilanciamento cadrà a favore del potassio. Mentre in ripresa vegetativa, le radici dovranno assorbire una miscela dentro la quale abbonda l’azoto. Se tieni al tuo giardino, assicurati sempre che il tuo manutentore conosca questi processi. Mediamente, la percentuale di manutentori del verde in grado di erigere un piano di concimazione, si aggira attorno al 1%.
Torniamo a parlare di fertilizzante organico. Siccome i nostri giardini sono sempre molto in ordine, con prato tagliato e foglie raccolte, da soli non riescono ad auto-restituirsi tutta la sostanza organica necessaria. Dobbiamo integrare noi! Se non siamo in emergenza, il nostro piano di concimazione prevede una somministrazione annua in primavera, che verrà integrata con fertilizzante minerale altre 4 volte nel corso dell’anno. La scelta dei prodotti, per quanto ci riguarda, è sempre a favore dei materiali di altissima qualità e a lenta o controllata cessione dei nutrienti.
Altra domanda che sorge spontanea: ma la sostanza organica che viene somministrata solo una volta all’anno, sarà sufficiente? La risposta è chiaramente no, ma nonostante la nostra precisione nella raccolta degli organici morti, la natura provvede comunque a restituirsi una parte di cui ha bisogno. Come? E qui, un manto erboso di qualità gioca un ruolo fondamentale. Se la preparazione del terreno di posa del giardino è stata fatta a regola d’arte, in un litro di substrato potremmo trovare fino a centoventimila radici. Con il loro turnover ed il supporto del degrado del feltro, provvedono ad una produzione di fibra organica, pari ad un 70% del fabbisogno del giardino.
Non è ancora tutto. Il processo di fertilizzazione organica non può chiudersi senza la mineralizzazione degli elementi nutritivi e senza lo scambio cationico. Certo, la fibra organica non può ancora essere definita sale in quanto necessita di una trasformazione: gli attori principali che fanno si che questo avvenga, sono i batteri della rizosfera, che uniti ad altri agenti disgreganti (zooplancton, acqua, insetti, anellidi ossigeno ecc. ecc.), innescano un processo naturale insostituibile. Fatto ciò, manca l’ultimo tassello: lo scambio dei cationi. La maggior parte dei Sali possiede una conducibilità elettrica negativa. Perché il sale possa essere assorbito, deve essere positivo. Non abbiamo molta scelta di materiali che permettono lo scambio cationico: la zeolite (poco presente o addirittura assente se non viene introdotta) e gli acidi umici, contenuti nell’humus. Quest’ultimo, viene prodotto dalla sostanza organica in trasformazione. Ecco quindi l’ultima mossa che permette lo scacco matto della natura. Quindi, se tieni al tuo giardino, diffida degli improvvisati. Ripeto: erigere un piano di concimazione non è per tutti; serve molto studio e molta esperienza. Per saperne di più, contattaci
Contattaci per saperne di più.
Campanini Claudio