CHI E' L'ARBORICOLTORE parte seconda
Il trapianto dell’albero
Eccoci qui per parlare ancora dei vari compiti dell’arboricoltore ed in specifico del trapianto.
Il trapianto è sempre una fase molto delicata. Il vivaista che sa il fatto suo, esegue sempre dei trapianti preventivi. Questi servono per indurre il piccolo albero a sviluppare nuove barbe radicali all’interno del perimetro della zolla e quindi a garantirci un miglior attecchimento una volta posato in giardino.
Lo “zollatore” deve conoscere l’architettura ipogea degli alberi che coltiva. Spesso, purtroppo, non è così. Quindi dovrà essere l’arboricoltore in fase di scelta a dare indicazioni ben precise su come cavare l’albero, ammesso e non concesso che quest’ultimo abbia mai usato una vanga per trapiantare un albero.
Potrà sembrare banale ma è fondamentale che chi esegue questo tipo di operazioni sappia scegliere lo strumento adatto per la formazione della zolla e che lo sappia affilare nel modo corretto. Un’affilatura troppo sottile potrebbe rompere il vanghetto (a me è successo). Al contrario, se lo strumento non è affilato e non esegue un taglio netto della radice, ci richiederà più colpi per affondare e si finirà per massacrare la radice aprendo grossi canali d’ingresso ai funghi patogeni.
Non tutti gli alberi andrebbero tolti con la classica zolla di terra: infatti, alcune essenze è meglio toglierle dal vivaio a radice nuda.
Ma torniamo alla buona e vecchia zolla di terra. La scelta del materiale di rivestimento è fondamentale: dovrebbe essere sempre biodegradabile in pochi mesi. Quando l’albero è ancora nella buca di scavo, viene rivestito con un “cencio” di juta (materiale naturale biodegradabile) e fermato con un ulteriore involucro reticolato di ferro molle (anch’esso ossidabile in breve tempo). Se vengono usati materiali diversi come spesso accade, questi non marciranno e andranno a strozzare le future radici compromettendo la stabilità degli alberi.
…. e anche questo dovrebbe essere materia dell’arboricoltore.
Involucri da rimouvere completamente
Epoca di trapianto
Non basta che l’arboricoltore conosca tutti i segreti delle tecniche di trapianto. Ne deve conoscere anche le epoche.
Si è solito pensare che il periodo giusto per un trapianto sia la fase di dormienza invernale, cioè da quando le piante decidue perdono le foglie in autunno a quando le rimettono in primavera. Nulla di più sbagliato. Tutte le piante per poter ripartire in primavera usano buona parte degli zuccheri di riserva contenuti nelle radici, il che provoca una piccola crisi. Le essenze che fioriscono molto presto (alcune anche prima di rimettere le foglie) usano gran parte degli amidi di riserva per fare, in tandem, i fiori e le foglie: questo provoca una grossa crisi. Se poi il vivaista ci mette del suo con un trapianto in questa stagione, ecco che la crisi diventa grave e a volte compromette l’attecchimento. Quindi meglio anticipare la zollatura. Addirittura, in alcuni casi, per piante sempreverdi, è assolutamente meglio anticipare (o ritardare) il trapianto a fine agosto (alla fine della semi-dormienza estiva).
Messa a dimora di un albero in giardino
Beh, che ci vuole? Basta fare una buca, metterci dentro l’albero e coprire. L’arboricoltore non professionista, farebbe cosi.
Ormai sono innumerevoli gli interventi fatti dalla nostra ditta per correggere trapianti mal riusciti, sempre che sia possibile rimediare.
Il professionista dovrebbe essere al corrente delle diverse procedure da seguire, ma in primis dovrebbe valutare il contesto.
Bisogna conoscere la dimensione finale dell’albero scelto. Se il contesto non è adatto ad ospitare un albero di prima grandezza (alberi tipo quercia ecc.), la scelta dovrà ricadere su un'essenza di seconda o addirittura di terza grandezza. Sì, perché la maggior parte dei capitozzi è dovuta ad errori di progettazione o per scelte botaniche sbagliate.
Se l’albero verrà dimorato in un nuovo giardino, la preparazione della buca sarà parte integrante dell’intera preparazione di fondo che ospiterà tutte le essenze scelte, nonché il tappeto erboso. Al contrario, se pianteremo la nuova pianta in un contesto già franco, la preparazione della buca dovrà rispettare dei canoni ben precisi:
profondità, larghezza, ammendanti ed eventualmente i drenaggi.
Anche in questo caso, gli errori che riscontriamo nelle nostre perizie, sono tanti ed in particolar modo, quello che influisce di più sulla stabilità dell’albero è il colletto interrato.
Tornando per un attimo agli involucri delle zolle, chi si occuperà del nuovo albero dovrà valutare in fase di piantagione se rimuovere completamente i materiali di rivestimento, se farlo in modo parziale oppure lasciare tutto.
Misurazione della zolla
Gli argomenti che troverai nei prossimi giorni sul nostro blog riguarderanno il tutoraggio e la formazione del nuovo albero. Non dimenticarti di seguirci.
Per soddisfare ogni tua curiosità: